era anche quella ebraica). L'esercito iracheno vergognosamente
non ha difeso il nord dell'Irak, si dice perchè interessato unicamente
alla difesa degli sciiti, maggioranza da Baghdad all'estremo sud.
All'Isis si sono opposti soltanto i pesh merga (anche con reparti molto
motivati di donne) cioè l'esercito della Regione autonoma del Kurdistan
Irak, come hanno riconosciuto tutti i media. E i pesh merga
infatti da settembre in poi ricevono aiuti in
armi, veicoli, accessori militari, istruttori da vari paesi, e
hanno il sostegno di raid aerei occidentali.<br>
Nel corso della guerra, da agosto in poi, il
Califfato ha all'inizio massacrato la popolazione, bambini compresi.
Nella zona del monte Sinjar (che i kurdi chiamano Shendil, mi pare)
sono state trovate fosse comune di civili yazidi. Subito dopo hanno
invece preso donne come schiave sessuali e donne e bambini da
rivendere.<br>
<br>
Il capitolo VIII del Corano stabilisce che gli infedeli sono <span style="font-weight: bold;">bottino di guerra</span>. Il governo della
Regione autonoma è riuscito finora a comprare 234 donne e bambini per
liberarli e sottoporli a cure mediche e psicologiche, come spiegano i
due articoli del media kurdo <a href="#Agenzia_Rudaw"><span style="font-weight: bold;">Rudaw</span></a>. In uno di essi si precisa
che tra gli schiavi venduti ci sono anche neonati e bambini di pochi
anni.<br>
Sarebbe auspicabile che le Ong umanitarie presenti nelle aree di Siria
e Irak potessero stanziare alcuni fondi da usare per le difficili
operazioni di riscatto e di messa in sicurezza degli schiavi di Isis
pur nell’ovvia consapevolezza di finanziare in tal modo
un’organizzazione che disonora l’umanità. <br>
Dal testo tradotto dell'ordinanza si evince che i prezzi erano scesi, e
che per finanziare i combattenti islamici (mujaiddin) vengono
imposti prezzi non derogabili, pena la morte per chi non ottempera.
Impressionante è il
documento in sè:
pare che i prezzi siano in dinari iracheni, perchè non era ancora stata
creata la moneta islamica. Ma <span style="font-weight: bold;">si
tratta di un documento che va diffuso
e ricordato</span>, poché se la notizia non è nuova, è volata via in
fretta.<br>
Dagli articoli e dalle interviste si comprende che nel gruppo di
persone comprate per liberarle ci sono "donne" con meno di 12 anni,
e bambini da sei mesi a pochi anni. <br>
<div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;">Laura
Schrader Ferraro</span><br>
</div>
<hr style="width: 100%; height: 2px; margin-right: 0px;">Inoltro
l'invito dalla <a style="font-weight: bold;" href="http://www.treccani.it/enciclopedia/il-kurdistan-iracheno_%28Atlante_Geopolitico%29/">Treccani
Kurdistan</a> dell’<a style="font-weight: bold;" href="https://www.facebook.com/pages/Istituto-Internazionale-di-Cultura-Kurda/362790207192139">Istituto
di cultura kurda</a>
di Roma (in cui ho una carica ad honorem e con cui collaboro).
Perfino
l’Unesco si occupa della finora sconosciutissima e molto rovinata <a style="font-weight: bold;" href="http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2014/10/31/fascino-e-mistero-cittadella-di-erbil-a-treccani_930a4497-80cf-4420-9be2-ac55c21bb3ea.html">fortezza
di Erbil</a>. Non mi sono ancora abituata a vedere e sentire la parola <a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Peshmerga">pesh merga</a> ovunque
nei media, perfino nei telegiornali Rai. Purtroppo è soltanto merito
della resistenza contro <a style="font-weight: bold;" href="http://www.ilpost.it/2014/06/19/isis-iraq/">Isis</a>. A
proposito, con le prime notizie sul <a style="font-weight: bold;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Califfato">Califfato</a>
mi è tornata l’immagine che per me riassume l’islamismo fanatico. Un
cumulo di corpi maschili nudi e lividi, ammassati l’uno sull’altro,
sotto un cielo plumbeo. Sono vivi e morti nello stesso tempo, niente
donne.<br>
<hr style="width: 100%; height: 2px; margin-right: 0px;">
<div style="margin-left: 40px; text-align: center;"><span style="font-style: italic;">Da: </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Data: 31-ott-2014 17.00</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">A: </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Ogg: <span style="font-weight: bold;">Treccani- Kurdistan
Mostra fotografica</span></span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">L’</span><a style="font-weight: bold; font-style: italic;" href="https://www.facebook.com/pages/Istituto-Internazionale-di-Cultura-Kurda/362790207192139">Istituto
Internazionale di Cultura Kurda</a><span style="font-style: italic;">
con grande piacere vi invita a </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">partecipare: </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">“</span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">LA CITTADELLA
dell’antica Erbil</span><span style="font-style: italic;">” </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">TRECCANI - Istituto della
Enciclopedia Italia </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Palazzo Mattei di
Paganica, sala Igea </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Piazza della Enciclopedia
Italia,4 </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Programma </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">lunedì 3/11/2014 ore
16.30 Conferenza stampa </span><br>
<span style="font-style: italic;">Presentazione della </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Mostra fotografica</span><span>
dal 3/11/2014 al 14/1/2014 </span><br>
<span style="font-style: italic;">Venerdì 7/11/2014
Tavola rotonda “</span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Minoranza
e Convivenza, Il
panorama Religioso </span><br style="font-weight: bold; font-style: italic;">
<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">in
Kurdistan</span><br>
<span style="font-style: italic;">Venerdì 14/11/2014 Tavola
rotonda “</span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Attualità
e prospettiva future nella regione </span><br>
<span style="font-weight: bold; font-style: italic;"> Autonoma
del
Kurdistan</span><br>
<span style="font-style: italic;">La Cittadella di Erbil è
il cuore, l’emblema storico e culturale del
Kurdistan </span><br>
<span style="font-style: italic;">Iraq. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">La rinnovata e sempre
crescente consapevolezza del valore della
Cittadella sono </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">oggi supportati dal
costante lavoro di studio, conservazione e
valorizzazione </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">del sito promosso dall’</span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">A<a href="http://www.treccani.it/istituto/profilo/sala_stampa/comunicati/comunicati_2014/cs14.html">lta
Commissione per la Rivitalizzazione della
Cittadella </a></span><br style="font-weight: bold; font-style: italic;">
<a style="font-style: italic;" href="http://www.treccani.it/istituto/profilo/sala_stampa/comunicati/comunicati_2014/cs14.html"><span style="font-weight: bold;">di Erbil (HCECR</span>)</a><span style="font-style: italic;">, con cui la </span><a style="font-style: italic;" href="http://www.uniroma1.it/taxonomy/term/42?page=6"><span style="font-weight: bold;">Missione Archeologica Italiana nel
Kurdistan </span></a><br>
<a style="font-style: italic;" href="http://www.uniroma1.it/taxonomy/term/42?page=6"><span style="font-weight: bold;">Iracheno - Sapienza (MAIKI)</span> </a><span style="font-style: italic;">collabora
già da diversi anni; la recente
inclusione </span><br>
<span style="font-style: italic;">della Cittadella di Erbil
nella lista UNESCO dei siti Patrimonio
dell’Umanità </span><br>
<span style="font-style: italic;">rappresenta dunque il
giusto riconoscimento del valore universale del
sito e </span><br>
<span style="font-style: italic;">dell’efficacia degli
sforzi attuati dall’HCECR. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">La mostra “LA CITTADELLA:
Fascinazioni dell’antica Erbil, cuore del
Kurdistan in </span><br>
<span style="font-style: italic;">Iraq” nasce dal desiderio
di celebrare questo importante
riconoscimento, </span><br>
<span style="font-style: italic;">presentando al pubblico
italiano una selezione di foto preparata
dall’HCECR. </span><br>
</div>
<div style="margin-left: 80px; text-align: center;"><span style="font-style: italic;">in allegato la Locandina </span><br>
</div>
<hr style="width: 100%; height: 2px;">
<h3><a name="articoli_italiani"></a>Articoli italiani</h3>
<div style="margin-left: 40px;">
<div style="text-align: center;"><a href="http://www.lastampa.it/2016/06/07/esteri/lultimo-orrore-dellisis-yazide-bruciate-vive-hanno-rifiutato-di-diventare-schiave-sessuali-O39qFQndg8avLG19wkWCYO/pagina.html"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">L’ultimo orrore dell’Isis: 19 yazide bruciate vive “Hanno rifiutato di diventare schiave sessuali”</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Le ragazze giustiziate in piazza a Mosul dentro a una gabbia</span></a><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">REUTERS</span><br style="font-style: italic;">
</div>
<span style="font-style: italic;">Akcune donne della minoranza yazida</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">07/06/2016</span><span style="font-style: italic;"> GIORDANO STABILE</span><span style="font-style: italic;"> INVIATO A BEIRUT</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Bruciate vive dentro una gabbia
di metallo per essersi rifiutate di concedersi come schiave sessuali ai
combattenti dell’Isis. E’ la terribile sorte toccata a 19 ragazze
yazide a Mosul, la capitale del Califfato in Iraq. </span><span style="font-style: italic;"></span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Puniti come “politeisti” </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Le giovani erano state rapite
nel Mount Sinjar, una zona a maggioranza yazida a Ovest di Mosul,
vicino al confine con la Siria. Nell’agosto del 2014 l’area è stata
occupata dall’Isis e sottoposta a una spietata pulizia etnica. Gli
yazidi, che praticano un culto originale né cristiano né islamico, sono
considerati politeisti dagli oltranzisti sunniti e quindi punibili con
la morte o la deportazione se non si convertono. La stessa
interpretazione salafita del Corano consente di ridurre in schiavitù le
donne e di venderle di preferenza ai combattenti la jihad. </span><br>
<hr style="width: 100%; height: 2px;"><br style="font-style: italic;">
<div style="text-align: center;"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">LEGGI ANCHE : <a href="http://www.lastampa.it/2015/08/19/esteri/le-sun-girls-yazide-dichiarano-guerra-allisis-ci-hanno-violentato-noi-li-uccideremo-04hRGLSgBUZM1bnZ28bBzM/pagina.html">Le “Sun Girls” yazide: “L’Isis ci ha violentato, noi li uccideremo” </a></span><a href="http://www.lastampa.it/2015/08/19/esteri/le-sun-girls-yazide-dichiarano-guerra-allisis-ci-hanno-violentato-noi-li-uccideremo-04hRGLSgBUZM1bnZ28bBzM/pagina.html"><br style="font-style: italic; font-weight: bold;">
<span style="font-style: italic;"></span></a><a><span style="font-weight: bold;">Migliaia di prigioniere</span> </a> <br style="font-style: italic;">
</div>
<span style="font-style: italic;">Oltre 3500 yazide sono state
catturate dall’Isis. Il Mount Sinjar è stato liberato lo scorso autunno
da un’offensiva dei curdi sia siriani che iracheni. Migliaia di uomini
e donne erano stati liberati ma per quelli condotti a Mosul, o anche in
Siria fino a Palmira, il destino era segnato. </span><span style="font-style: italic;"></span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Nella pubblica piazza </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">L’esecuzione delle 19 giovani, secondo l’<a href="http://www.aranews.net">agenzia curda Ara (Kurdish News Agency)</a>,
è avvenuta in piazza davanti a centinaia di persone. Le ragazze, chiuse
in gabbie di ferro, sono state date alle fiamme e «nessuno ha potuto
fare niente per salvarle», ha detto un testimone all’Ara. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Come il pilota giordano </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">L’esecuzione ricorda quella del
pilota giordano Muad Kasasbeah, catturato a Raqqa nel dicembre del 2014
e bruciato vivo nel febbraio del 2015. E’ avvenuta lo scorso fine
settimana. Secondo l’Onu sono in totale 3.500 le donne yazide nelle
mani del Califfato. </span><br>
<span style="font-style: italic;">Ma ognuna delle giovani reclute
della milizia chiamata il battaglione delle «Sun Girls», non sembra
aver paura: «Anche se mi uccidono, urlerò sono yazida», dice la più
giovane delle reclute, una ragazza di appena di 17 anni di nome Jane
Fares. La popolazione yazida è stata quella più colpita dalle violenze
dello stato islamico iniziate con l’occupazione della provincia di
Sinjar, nel nord dell’Iraq, poco dopo la caduta di Mosul del giugno
2014. Da qui la sete di vendetta che ha spinto la 30 enne artista, Xate
Shingali, a scendere in campo con altre donne. Le «Sun Girls» vengono
addestrate dai guerriglieri curdi che insegnano loro in particolare ad
utilizzare i fucili Ak-47. Le ragazze dicono di aver ricevuto la
benedizione dalle rispettive famiglie e questo fa capire il profondo
dolore e la voglia di riscatto di questa popolazione. «Abbiamo ancora
bisogno di addestrarci - avverte Xate - Ma siamo pronte a combattere
l’Isis in qualsiasi momento». </span><br>
</div>
<div style="font-style: italic; text-align: center;">
<h4 style="text-align: center;"><a style="font-weight: bold;" href="http://www.tempi.it/">TEMPI Esteri.</a></h4>
<a style="font-weight: bold;" href="http://www.tempi.it/stato-islamico-vende-donne-cristiane-o-yazide-a-30-o-100-euro-in-base-all-eta-ci-espongono-nei-mercati-con-il-prezzo#.VHBn_97Ud5k">Stato
islamico vende «donne cristiane o yazide» a 30 o 100 euro in base
all’età. «Ci espongono nei mercati con il prezzo»</a><br>
</div>
<div style="margin-left: 40px; font-style: italic;">Novembre
6, 2014 <span style="font-weight: bold;">Leone Grotti</span><br>
I terroristi del califfato indicano i prezzi delle schiave in un
tariffario: se hanno tra i 40 e i 50 anni costano 35 euro, dai nove
anni in giù invece 140 euro<br>
islam-stato-islamico-donne-schiave-catene«Oggi c’è il mercato delle
schiave. Dov’è la mia ragazza yazida?». Parlano così alcuni presunti
terroristi dello Stato islamico in un video diffuso dal canale panarabo
Al Aan Tv. Gli uomini barbuti si riferiscono alle centinaia di donne
sequestrate in Iraq dopo l’invasione ad agosto della città di Sinjar,
dove vivevano circa 350 mila yazidi, popolazione considerata eretica
dai jihadisti.<br>
</div>
<div style="margin-left: 40px;"><span style="font-style: italic;">«CARTELLI
CON IL PREZZO».
Nel filmato i terroristi trattano le donne yazide, da comprare e
vendere come se fossero schiave. Le scene filmate nel video combaciano
perfettamente con il racconto fatto alla Cnn da una ragazza yazida,
venduta «come merce o bestiame» e poi riuscita a scappare: «Ci hanno
esposte a Mosul e Raqqa nei mercati con dei cartelli che indicavano il
nostro prezzo». Il portale IraqiNews ha anche pubblicato il 3 novembre
un documento dello Stato islamico che sembra confermare il mercato
delle schiave, nonostante non sia possibile confermare la sua
autenticità.</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">yazidi-donne-schiave-costo
PREZZI
DELLE DONNE. Nel documento è fissato
il prezzo per ogni donna «yazida o cristiana»: se ha un’età compresa
tra i 40 e i 50 anni costa 50 mila dinari (35 euro), 75 mila dinari (52
euro) se ha tra i 30 e i 40 anni, 100 mila dinari (69 euro) se è una
donna tra i 20 e i 30 anni, 150 mila dinari (circa 100 euro) se è una
ragazza tra i 10 e i 20 anni e 200 mila dinari (circa 140 euro) se è
una bambina dai 9 anni in giù. Che cosa succeda alle ragazze comprate è
stato rivelato più volte dalle prigioniere riuscite a scappare dopo
essere state vendute a uomini di 50, 60 o anche 70 anni: vengono
picchiate, stuprate a ripetizione e costrette a convertirsi all’islam.</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">SCHIAVITÙ GIUSTIFICATA.
Del resto, gli stessi terroristi nella loro
rivista Dabiq hanno esultato per il «ritorno alla schiavitù»,
giustificandolo così alla luce del Corano: «Le loro donne [yazide]
possono essere schiavizzate» perché eretiche. «Bisogna ricordare che
rendere schiave le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne
come concubine è un aspetto stabilito in modo chiaro dalla sharia. E se
qualcuno la negasse o la prendesse in giro, negherebbe e prenderebbe in
giro i versi del Corano e le narrazioni del Profeta, e di conseguenza
diventerebbe un apostata».</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Yazidi refugees from
Sinjar head towards Kurdistan region: YAZIDI
LIBERATI. Nessuno sa quante donne siano ancora nelle mani dei
terroristi. Il governo regionale curdo ha dichiarato però lunedì di
aver liberato 234 yazidi, pagando agli intermediari per l’operazione un
milione e mezzo di dollari. Questi sarebbero andati solo in minima
parte per i riscatti, «la maggior parte per permettere la loro fuga dal
territorio dello Stato islamico».</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">CINQUEMILA UCCISI. Dopo
essere fuggiti da Sinjar, molti yazidi si sono
rifugiati in Kurdistan, altri in Turchia, altri ancora in Siria, mentre
alcuni vivono ancora sui monti vicini alla città. Questi ultimi
sarebbero almeno seimila e rischiano di morire di fame e di sete.
Secondo il presidente del Consiglio spirituale degli yazidi, Tahsin Ali
Saeed, cinquemila yazidi sono stati uccisi dall’Isil ad agosto e
settemila persone, tra cui donne e bambini, sono state rapite.</span><br style="font-style: italic;">
<div style="text-align: right;"> @<a style="font-weight: bold;" href="https://www.linkedin.com/pub/francesco-leone-grotti/50/298/286">LeoneGrotti</a><br>
</div>
</div>
<hr style="width: 100%; height: 2px;"><span style="font-weight: bold;"></span>
<h4 style="text-align: center;"><span style="font-weight: bold;"><a href="http://www.lastampa.it/">La Stampa Mondo</a></span></h4>
<a href="http://www.lastampa.it/2014/10/02/esteri/il-calvario-delle-yazide-vendute-come-schiave-al-mercato-di-mosul-tTDadI3mXRI7rpFnxvfOSM/pagina.html%3E%3Cbr%3E%0A%20%20%20%20%20%20%3Cspan%20style=" font-weight:="" bold;=""> </a>
<div style="text-align: center;"><a href="http://www.losai.eu/sconvolgente-ragazze-utilizzate-come-schiave-sessuali-dallisis-alcune-si-suicidate/"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Il calvario delle
yazide “Vendute come schiave al mercato di Mosul”</span></a><br>
<span style="font-weight: bold;">REUTERS</span><br style="font-weight: bold;">
<a style="font-style: italic;" href="http://www.avvenire.it/Foto/Pagine/Nel-campo-degli-yazidi-in-fuga.aspx"><span style="font-weight: bold;">Profughe yazide in fuga in
Iraq</span></a><br style="font-weight: bold;">
<span style="font-weight: bold;">02/10/2014</span><br style="font-weight: bold;">
<a href="https://twitter.com/semprinif"><span style="font-weight: bold;">FRANCESCO SEMPRINI</span></a><br style="font-weight: bold;">
<span style="font-weight: bold;">NEW YORK</span><br>
</div>
<div style="margin-left: 40px;"><span style="font-style: italic;">Sara
ha quindici anni e ha pensato più
volte a togliersi la vita nel
corso della sua tragica esperienza. La ragazza appartenente alla
comunità degli yazidi iracheni è stata rapita dalle milizie dello Stato
islamico e venduta al miglior offerente. La sua cattività è durata
circa un mese, durante il quale i suoi padrini la picchiavano «per
farle un regalo», e un paio di volte le hanno levato del sangue con una
siringa per renderla più debole e docile alle loro «attenzioni». </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">«Sara - nome di fantasia
dato per proteggere la sua vera identità - è
uno dei membri della minoranza che vive nella regione nord-occidentale
dell’Iraq, in particolare nella provincia di Sinjar, presa di mira
dagli jihadisti al comando di Abu Bakr al Baghdadi. Una comunità da
sempre perseguitata: Sara porta ancora i segni di una serie di bombe
esplose nel suo quartiere nel 2007, messa apposta dagli estremisti
sunniti: allora morirono 800 persone e 1.500 rimasero ferite. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">A sette anni di distanza
il terrore è tornato nella sua vita per mano
dei miliziani dello Stato islamico: catturata picchiata e venduta.
Portata a forza a Falluja e ceduta per denaro a due uomini «grassi e
vecchi», che vivevano nella stessa casa. «Non mi davano tanto da
mangiare, e io tentato vi oppormi a loro facendo resistenza passiva -
racconta la ragazza -. Ha pensato più volte a togliermi la vita, ma poi
mi venivano in mente la mia famiglia e mio fratello, andavo avanti solo
per loro». </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Sara è riuscita a fuggire
e ora si trova in un campo profughi a Dohuk,
e oggi racconta il suo incubo fatto di percosse, torture, stupri e
degrado. Lei, come altre ragazze yazide rapite, sono anche state
costrette a guardare i video delle decapitazioni eseguite dai
jihadisti. «In alcuni filmati si vedevano le teste infilate in pentole
da cucina - ricorda Sara -. E i miliziani ci chiedevano, “sapete chi è
questo?”. E poi si mettevano a ridere». Dalla disperazione «una di loro
si è impiccata, un’altra ci ha provato ma i miliziani l’hanno fermata e
picchiata a sangue», dice Sara, precisando che dopo quell’episodio,
nessun’altra ha tentato di togliersi la vita. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Nel campo di Dohuk c’è
anche Leila, 19 anni, per lei l’incubo è
iniziato mentre cercava di fuggire a piedi dal villaggio di Sinjar con
il marito e alcuni membri della famiglia. Gli estremisti li hanno
catturati, costringendo gli uomini a sdraiarsi con la faccia a terra, e
quindi li hanno uccisi. Leila è stata invece portata a Mosul, e chiusa
in un comprensorio con un migliaio di altre donne. «Gli jihadisti
dell’Isis - racconta - ci hanno chiesto di convertirci all’Islam,
minacciando che altrimenti avrebbero ucciso tutti i membri della nostra
famiglia». </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Alcune hanno ceduto al
ricatto per salvare il padre, il marito, o il
fratello. Leila, come Sara, è riuscita a fuggire, e a raccontare la
propria storia, e quella di tante altre della loro comunità vendute tra
i cento e i mille dollari, e negoziate come bestiame al mercato di
essere umani di Aleppo. E se sopravvissute, talvolta ripudiate una
volta di ritorno a casa, per un perverso senso dell’onore osservato
dalle loro comunità. </span> <br>
</div>
<br>
<hr style="width: 100%; height: 2px;">
<h4 style="text-align: center;">Televideo</h4>
<div style="text-align: center;">25/11/2014 16:09<br>
<span style="font-weight: bold;">Onu: a Isis 45 mln di riscatti
all'anno</span><br>
16.09
<br>
<span style="font-style: italic;">Onu: a Isis 45 mln di riscatti
all'anno</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> Lo Stato islamico ha
ricevuto <span style="font-weight: bold;">dai 35 </span></span><br style="font-style: italic; font-weight: bold;">
<span style="font-style: italic; font-weight: bold;"> ai 45
mln di dollari per il pagamento </span><br style="font-style: italic; font-weight: bold;">
<span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;"> di
riscatti in un anno</span>. Lo hanno detto </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> esperti Onu che si
occupano di moni- </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> torare le sanzioni contro
al Qaeda. </span><br style="font-style: italic;">
<br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> Nel summit della
Commissione antiterro-</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> rismo del Consiglio di
sicurezza Onu, </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> è stato poi stimato che
dal 2004 al </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> 2012 sono stati pagati <span style="font-weight: bold;">120 mln di dol- </span></span><br style="font-style: italic; font-weight: bold;">
<span style="font-style: italic; font-weight: bold;"> lari
in riscatti ai gruppi terroristi- </span><br style="font-style: italic; font-weight: bold;">
<span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;"> ci.</span>
Anche per questo, continuano a cre-</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> scere i sequestri a scopo
estorsivo, </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> che per Al Qaeda,
spiegano gli esperti,</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;"> sono la "tecnica per
trovare soldi". </span> <br>
</div>
<br>
<hr style="width: 100%; height: 2px;">
<h3><a href="#Ordinanza_ISIS" name="Agenzia_Rudaw"></a><a href="http://rudaw.net/english/">Agenzia kurda Rudaw</a></h3>
<div style="text-align: center;"><a href="http://rudaw.net/english/middleeast/iraq/180820142"><span style="font-weight: bold;">RUDAW</span><img style="width: 76px; height: 39px;" alt="logo agenzia Rudaw" src="logo-Rudaw.png" align="right"> Iraq</a><br>
<a style="font-style: italic;" href="http://rudaw.net/english/middleeast/iraq/180820142"><span style="font-weight: bold;">Yezidi Girl Held by Militants Tells of
Abuse and Suicides in Secret Call</span></a><br>
<div style="text-align: center;">18/8/2014<a href="http://www.nbcnews.com/storyline/iraq-turmoil/iraqs-yazidis-flee-isis-militants-n178846"><br>
</a></div>
</div>
<div style="text-align: center;"><a href="http://www.nbcnews.com/storyline/iraq-turmoil/iraqs-yazidis-flee-isis-militants-n178846"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;"></span></a><br>
</div>
by <span style="font-weight: bold;">Nasir Ali</span><br>
<div style="margin-left: 40px;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;">DUHOK, Kurdistan Region</span> – On a
hidden phone and in secret phone calls, a Yezidi girl held with 200
others as war booty by Islamic State (IS/ISIS) militants near <span style="font-weight: bold;">Mosul</span> painted a tragic picture of
girls being singled out daily as sex slaves, and <span style="font-weight: bold;">some committing suicide</span>. </span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Every day, IS fighters visit
the prison hall to pick out the prettiest for their emirs, said the
girl, who is 24 and whose name is being withheld by Rudaw for her
safety.</span><br style="font-style: italic;">
<div style="margin-left: 40px;"><span style="font-style: italic;">“Three
to four times a day they visit the hall. The girls plead with
them for a bullet in the head to put them out of their misery,” </span><br>
</div>
<span style="font-style: italic;">she said in between sobs in a
secret phone call to a Rudaw reporter.</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">She said that about 200 Yezidi
Kurdish women were being held in a big prison hall near Baaji county in
Mosul province.</span><br style="font-style: italic;">
<span style="font-style: italic;">Most of the captives are from
the Shingal districts of Gir Azair and Siba Sheikh Khidri which came
under sudden IS attacks in early August, said the girl, recounting how