<div style="font-family: mistral; text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><span class="">Il
Palco</span></font><font face="Garamond" size="+2"><br>
</font></div>
<div style="text-align: justify;"> <font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><span style="font-family: mistral;">Montato
in fondo, un palco, da sfondo un arazzo con un agnello coricato. Noi
stavamo nel golfo sotto al palco, non c’era solo la mia scuola - circa
100 – ma anche altri, tanti, almeno 300 bambini.</span></font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><span style="font-family: mistral;">Sul
palco 10 seghe circolari,
non capisco, nessuno urla. Grandi gabbie
sopra alla mia testa , sono molto in alto e non vedo bene. Mi sento
confusa e carica di panico.</span></font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><span style="font-family: mistral;">Iniziano
a salire sul palco i
bambini che dovranno essere graduati.
Questa è la prova , ci sono i capi fila, una è mia </span><a href="passeggiata.Imperia.jpg" style="font-family: mistral;">sorella
più grande</a><span style="font-family: mistral;"> –
ha 12 anni
– dietro di lei in un’ordinata fila militare, 10 bambini
di 8, 9, 10 anni; calano le gabbie , ne escono piccini senza voce,
biondi neri gialli – ma quanti ce ne sono?</span></font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><span style="font-family: mistral;"><font style="font-family: Mistral;" size="+2"><span style="font-family: mistral;">Assistiti
dai capi pamperos
argentini iniziano a segarli a metà - dieci
alla volta- buttano i corpi nel golfo, altri muniti d’ascia li fanno a
pezzi. IL sangue scende dal palco e i corpi che non sono
più
corpi ma diventano sempre più poltiglia, colpiti e ricoltiti si
aprono
– l’odore di sangue misto a cervello e viscere diventa fortissimo, non
riesco a urlare. non esce nessun suono dalle mie corde vocali. Ma io
URLO. Io topo pulitrice sono fortunata a non morire, ho un angelo
custode (in carne ed ossa) e ho i ricambi che potrebbero servire alla
mia gemella (secondo Mengele, un bene da non toccare quando
una
delle due è arrivata ad essere graduata), 1 su mille ce la fa! E
lei è
un gatto che a nove anni riesce a massacrare. Voglio morire. Inizio
come la altre volte a cercare i pezzi dei corpi
per rimetterli insieme, vago in mezzo a quel lago di bambini disfatti,
sento quello che provo ma non riesco a dirlo “ è tutto mio
quello che
sento dentro”.</span></font></span> </font> </div>
<div style="font-family: mistral; text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2">I
Nazisti</font><font face="Garamond"><br>
</font> </div>
<div style="text-align: justify;"> </div>
<div style="" font-family="" mistral="" face="Mistral" size="+2">
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: mistral;" face="Garamond" size="+2">Loro
stavano con i nostri genitori in alto nelle gradinate dietro a sbarre.
Quando iniziano a vedere il sangue buttano giù tutto e invadono
il
golfo; sono presi da una furia e un’eccitazione incontrollabile,
invidiosi dei miei compagni che uccidono. Prendono il comando, nessuno
riesce a fermarli, neanche gli argentini; ora sono i carnefici nazisti
che urlano e si buttano come iene; strappano con i denti pezzi di carne
e tutto quello che trovano.</font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: mistral;" face="Garamond" size="+2">Quanti
ne sono morti!!!</font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: mistral;" face="Garamond" size="+2">Sono
seduta, forse
catatonica ma i miei occhi
vedono, il mio naso
odora, le mie orecchie sentono. Il mio cuore scoppia. Non
riesco
a ribellarmi, è la prima volta, ne hanno uccisi tanti tanti
tanti la
notte 1 +1 +1 +1+ 1 all’∞. </font> </div>
<div style="font-family: mistral; text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2">Il
giorno.</font></div>
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><font style="font-family: Mistral;" size="+2">Albeggia,
i bambini passati di grado devono ripulire: mangiare e ripulire, per i
gatti è peggio, almeno noi topi raccogliamo quello che resta in
sacchi
di plastica , li carichiamo sulla spalla e li portiamo fuori,
sull’insenatura della spiaggia dove le barche li scaricheranno al
largo.Ora so! Erano più di mille. Più di mille
in una
sola notte,
le
mie lacrime di adulta dell’anno 2008 sono così tante, ma
così tante che
neanche quel mare dove ci sono – fra i mille, anche dei miei amici –
non riuscirebbe a contenerle tutte.</font></font><font face="Garamond"><br>
</font> <font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"> </font> </div>
<font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2">IO,
LA
BAMBINA CHE SONO STATA sono una sopravvissuta appartenente al progetto
internazionale addestramento di bambini “gatto-topo negli anni dal ‘60
al ’90 (facente
riferimento al progetto Delgado).</font>
<hr style="width: 100%; height: 2px; margin-left: 0px; margin-right: 0px;">
<h3 style="text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" face="Garamond" size="+2"><a name="monk"></a><font size="+2">Monk</font></font></h3>
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: garamond;" face="Garamond">Alternando
fra di loro i rivissuti di differenti testimoni, ecco - di primissima
mano dopo una
vistosa,
impressionante <font color="#cc0000">"crisi" </font>della testimone
de <a style="font-weight: bold; font-style: italic;" href="aiutoinfanzia.htm#I_CERVELLI_ED_IO.....">I
Cervelli e IO</a></font><font face="Garamond">
- la "descrizione" di una delle <a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.stateofmind.it/2012/02/trauma-dissociazione-dsm-v/">personalità
multiple</a>
- </font><font face="Garamond"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Monk</span>: </font><font face="Garamond">come <span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Letizia</span>
e <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Aras</span>, <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Pony bianco </span>e<span style="font-style: italic; font-weight: bold;"> Monkey</span>
ecc. - ed
un accenno indiretto ad un altro fondamentale problema: <a href="case-suda.htm"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">i partner di
copertura</span></a><br>
</font> <font style="font-family: garamond;" face="garamond"> <a href="method.htm#paura"><img alt="Monk e Letizia" src="monk_letizia.jpg" style="border: 2px solid ; height: 388px; width: 440px;" title="" align="left" vspace="10"></a></font> <font face="Garamond"><br>
Questo
disegno
è "emerso" come finale di un
testo scritto di getto
quasi in stato di trance spontanea durante un rivissuto sconvolgente.
Il disegno in parte spiegato dalle frasi trascritte rappresenta DUE
delle principali "personalità" de <a href="#testimonianza_italiana" style="font-style: italic; font-weight: bold;">I cervelli ed
IO</a>: <i>Monk
il killer</i>, il sadico e <i>Letizia
la bambolina seduttiva</i>, la piccola prostituta spia
e killer.<br>
</font> <font face="Garamond">Monk
- che se
è una personalità è
diversa dalle altre perché sembra sempre attiva e presente ed
è un LUI:
nato nel '75, nel '76-'77 era attivo, molto attivo - si accompagnava
con Letizia bambina prostituta e tutti e due hanno ucciso alcune
persone adulte e altolocate...<br>
<br>
</font>
<div align="center"><font face="Mistral"> </font><font face="Mistral" size="+2">Gli "impiccati"? Sono i "bambini
inutili".</font><br>
</div>
</div>
<font face="Garamond" size="+2"> <br>
</font><font style="font-family: garamond;" face="Garamond">06.07.2008 </font><font face="Garamond"><br>
</font>
<div style="text-align: justify;"><font face="Garamond"><font style="font-family: Mistral;" size="+2">Monk
scatta quando si trova tra la folla, tra tante altre persone.
Sbuca all’improvviso, come se facesse un’imboscata e vorrebbe
scagliarsi contro i “nemici“, che sono gli ignari protagonisti del mio
delirio, cioè la folla. Nel mio cervello “gli altri“,
chiunque non sia dalla mia parte, sono <span style="color: rgb(204, 0, 0);">persone contro</span>,
gente da
sterminare con il lancia fiamme o con il mitra. L’idea di una piazza
colma di persone che prima sono vive e dopo qualche istante giacciono a
terra come marionette lo esalta. Fantastica sul come realizzarla.
Fantastica sul risultato finale. L’importante è devastare. Odia
i
bambini. A questo proposito credo che Monk abbia fatto la sua
apparizione in quel famoso week end con i parenti di P. Sabato mattina,
la piazza gremita di gente, un sacco di bambini urlanti
e anche lì ricordo di avere fantasticato e più
fantasticavo più il mal
di stomaco aumentava, diventavo irascibile e tutto perdeva di
significato, come ad esempio dimenticarmi il motivo per cui ero
lì. Mi
intristivo sempre di più e avevo l’impressione di allontanarmi
vorticosamente dal resto del mondo e di ritrovarmi in una situazione
che conosco sin troppo bene da cui cerco di scappare: la solitudine.
Quindi il passaggio mentale veloce e semplice è: sono sola
è colpa
vostra, vi odio e uccido, così la solitudine ha senso, sono sola
perché
siete morti. Aggiungo: Monk è da debellare, non lo voglio con
me! Tò! Mi è passato il mal di stomaco. Con la mia
pessima personalità
multipla entra in gioco P. Lui
in qualche modo la alimenta, la nutre. Ricordo che nei primi anni con
lui Monk era venuto fuori spesso in varie occasioni.
A Monk piace P. perché lo tiene in vita.... <span style="color: rgb(204, 0, 0);">Letizia</span>
e <span style="color: rgb(204, 0, 0);">Monk</span>
viaggiano in coppia; mi è venuto in mente guardando una coppia
di cani
lupo del nord Europa. Taglie forti. Ovviamente il maschio era
decisamente più imponente. Tranne i padroni, nessuno poteva
avvicinarsi
alla femmina, rischiava di essere aggredito dal maschio. Una bambina
era riuscita ad accarezzarla, ma quando lui se ne è accorto ha
abbaiato
(avvertimento) e poi si è piazzato tra la bimba e la cagna come
a
proteggerla e da lì non si è più schiodato! Che
bello se avessi avuto
due genitori così pronti a proteggermi … Vorrei un cane</font></font> </div>
<hr style="margin-left: 0px; margin-right: 0px;" size="2" width="100%"> <font face="Garamond"><span style="font-family: Garamond;">
<hr style="margin-left: 0px; margin-right: 0px;" size="2" width="100%">
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: garamond;" size="normal">Bambini
di sei-
sette anni
dovevano compiere azioni da "necrofori" simili a quelle dei <b><a href="http://www.olokaustos.org/saggi/recensioni/gradowski.htm"><i>Sonderkommando</i></a></b>
dei </font><b><a href="http://www.deportati.it/s/Sonderkommando.html" style="font-family: garamond;"><i>Campi
di Sterminio</i></a></b><span style="font-family: garamond;">
e qui un
altro ri-vissuto
molto intenso
va
a confrontarsi con </span><i style="font-family: garamond;">"La
strage del levante"</i><span style="font-family: garamond;">.</span><br style="font-family: garamond;">
<font style="font-family: garamond;">Lo
facciamo
precedere
da
osservazioni immediate di un amico/testimone. </font><br>
<font style="font-family: garamond;">22-
agosto 2008 Un
partecipe commento.</font><br>
<font style="font-family: garamond;">Questa <span style="font-style: italic; font-family: garamond;">"cronaca
vista e sentita da fuori"</span><span style="font-family: garamond;">
valorizza la
successiva testimonianza diretta, così spiegandola:</span></font>
<blockquote><font style="font-family: Mistral;" size="+2">Scrivo
senza aver ancora letto quello che ha scritto K. Mi ha chiesto di
scrivere qualcosa sulla sera in cui è stata male.<br>
Parto
da qualche ora prima quando, di fronte ai
numerosissimi turisti, al parcheggio stracolmo di macchine e all’idea
di entrarci ha avuto una crisi per cui ce ne siamo andati (con mio
dispiacere non tanto per non aver potuto visitare il luogo ma
perché è
come se con quelle crisi rompesse un armonia, io inizio a non
sopportarla e riesce a scatenare una sorta di reazione tendenzialmente
violenta anche in me e che controllo con molta fatica). Le solite crisi
già viste quando <span style="color: rgb(204, 0, 0);">“sente”
la folla: dice che in quei momenti vorrebbe
avere un mitra e sparare a tutti</span></font></blockquote>
</div>
</span></font></div>
<h3 align="left"><font style="font-family: Garamond;" face="Garamond"><a name="descrizione_agghiacciante"></a>Una
descrizione agghiacciante</font></h3>
<div style="text-align: left;"><font style="font-family: Garamond;">11-10-2008</font></div>
<div style="text-align: justify;"> <font style="font-family: Mistral;" size="+2">Nel
collegio di Nizza c’era un atmosfera particolare, sfumature,
sensazioni, era un luogo creato ad arte per i bambini, studiato nei
minimi particolari, dai colori, ai giocattoli, ai piccoli tavolini
accompagnati da piccole sedie e pennarelli, carta, matite colorate,
lavagnette e gessetti di varie dimensioni e colori. Nell’aula – asilo
l’atmosfera era rilassante, potevamo giocare anche insieme ad altri
bambini, ma senza poterci scambiare informazioni su di noi, esempio:
“come ti chiami, quanti anni hai, dove abiti … ?“. La
stanza era
di colore blu molto chiaro, almeno per me, ma probabilmente le pareti
erano bianche. Verde invece il refettorio, era un luogo abbastanza
rilassante, sapevamo che per almeno una mezz’ora abbondante, nessuno
sarebbe arrivato per farci fare cose strane. </font><br>
</div>
<br>
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: mistral;" size="+2">La
stanza che
più di
tutte mi terrorizzava era la rossa, la stanza della morte. Poteva
succederti di tutto, anche di morire. Ho visto due bambini morire,
c’erano pochissimi maschietti e li hanno uccisi. Il collegio era per
bambine, così ci dicevano, ma alcuni erano bambini travestiti da
bambine. Nella stanza rossa gli adulti erano molto cattivi, gridavano
sempre, dicevano parolacce e a volte avevano la bava alla bocca quando
erano particolarmente contenti nel fare del male alle bambine e gli
occhi erano sbarrati e la faccia rossa. Erano sempre agitati, bisognava
fare attenzione a non provocarli, sembrava a volte che volessero
mangiarci talmente ci odiavano. Ci odiavano! Ci violentavano
in
mille modi, ci torturavano e filmavano. Usavano bastoni lunghi, piccoli
e larghi e qualcuno di essi aveva delle sporgenze, poi usavano oggetti
di gomma rosa, duri, lunghi e larghi, poi mollette per il bucato, spara
chiodi, fruste di tanti tipi, cappucci che mettevano sul pene
con
i disegni della Walt Disney come topolino, la strega di
Biancaneve, altri… li usavano solo gli adulti. Gli adulti quando
dovevano essere ripresi nascondevano il viso o con una maschera oppure
non si facevano riprendere. Ci trattavano come fossimo delle bambole,
ci lavavano, ci vestivano, svestivano e ci muovevano. Il più
delle
volte eravamo nudi e capitava che dovessimo fare delle cose a due, a
tre e in gruppo, ma ci dicevano loro come metterci e cosa fare, poi si
cambiava posizione, era una situazione pesante, non dovevamo piangere,
ma sorridere e fare solo quello che ci veniva richiesto altrimenti si
arrabbiavano. Molti di noi vomitavano, allora ci picchiavano tutti e
gli altri bambini ci odiavano. L’atmosfera era nera, molto nera e senza
possibilità di salvarsi, io pensavo che in quel collegio sarei
morta,
l’ho desiderato per la verità … Ero convinta che in un modo o
nell’altro mi avrebbero eliminata. Per quanto
riguarda le emozioni
… sono in continuo movimento e fanno male, non riesco a descriverle,
c’è di tutto, un turbinio da mal di testa e nausea. La prima
cosa che
mi viene in mente ora è l’assoluto distacco che vivevo tra il
mio corpo
e la mente. Lasciavo che al mio corpo facessero quello che volevano (
tanto non c’era via di fuga ), la mente invece era viva, sentivo che
era mia alleata, mentre tutto il resto andava per i fatti suoi. Come ad
esempio la vagina, anche se provavo schifo, lei era eccitata. Mi
vergognavo tantissimo. Non ci capisco niente !!!</font><br>
</div>
<font style="font-family: garamond;" size="medium"><br>
08.10.2008 Ore
11.45</font><font style="font-family: Mistral;" size="+2"><br>
</font>
<div style="text-align: justify;"><font style="font-family: Mistral;" size="+2">Dovrei
fare
la spesa, ma stamattina di uscire proprio non mi va.
Sono
assonnata e lenta nei movimenti e vorrei piangere a dirotto, ma il
colore rosso me lo impedisce. Ci sono volte che rifiuto i suoi
consigli, come ad esempio: “non si fissi sulle cose“ … Eppure quelle
fissazioni nascondono segreti, il rosso è un coperchio che deve
essere
sollevato, non posso aspettare, altrimenti avrò sempre timore.
Mentre
ero sul terrazzino con la gatta, il ricordo di una stanza rossa
è
affiorata nella mente, poi una gialla, poi una verde e man mano che
ricordavo sentivo il corpo pesante, le gambe gonfie e la solitudine
insieme alla disperazione prendevano posto, ma di piangere nulla. La
stanza rossa … forse non era rossa, ma nella mia mente quella
particolare stanza era a tutti gli effetti di quel colore. Veniva usata
per fare <span style="font-weight: bold; color: rgb(204, 0, 0);">filmini
pornografici</span>,
per violentarci, per picchiarci, per uccidere riprendendo il fatto. Da
quella stanza molti di noi bambini ne sono usciti cadaveri. Rossa per
il sangue, un obitorio infantile, l’anticamera della morte. Ricordo di
avere vomitato parecchie volte, anche verde, avevo delle crisi di
pianto e urlavo, mi dondolavo e contavo gli anni che avevo all’ora ad
alta voce: uno, due. tre, quattro, cinque, sei, sette. e ricominciavo
sino a quando con una iniezione crollavo sul pavimento tramortita, ma
abbastanza cosciente per rendermi conto che mentre mi stavano
violentando in tre (ragazzi tra i 16 ed i 18 anni) e filmando (un uomo
sui 45 anni), a pochi passi da noi c’era un bambino piccolo di 5 anni,
aveva un cerotto grande e grigio che gli impediva di urlare, stava
piangendo e tremava tutto. Aveva i capelli chiari, forse biondi, corti
e mossi ed era nudo. Sentivo il suo respiro affannoso, lo avevano messo
pancia in giù e la corda gli passava tutta intorno al corpo,
partiva
dal collo e poi le braccia, la vita, le caviglie ed i polsi e quando il
bimbo cercava di divincolarsi la corda gli stringeva forte il collo e
la faccia diventava tutta rossa. Poi è arrivato un adulto
abbastanza
giovane con gli occhi da pazzo e gli ha aperto le gambe ed infilato una
cosa marrone, lunga, ricoperta di pallini in rilievo. Ho visto il
sangue schizzare, la corda gli stringeva il collo ed il viso aveva un
colore viola scuro, poi il corpo del bambino si è afflosciato e
vicino
c’era tanto sangue e qualcuno stava filmando. Non sentivo più il
suo
respiro. </font><br>
<blockquote> <font style="font-family: Mistral;" size="+2">Prima
di
portare via il corpo del bambino si fumarono una
sigaretta. A me dopo la violenza mi presero a sberle, tante su tutto il
corpo, partendo dal viso. In un’altra parte della stanza c’era anche
una bambina di 8- 9 anni nuda anche lei, la stavano preparando per
filmarla ma aveva sul viso e sul corpo delle macchie rosse e le usciva
sangue da sotto. Sembrava una bambola, non reagiva, l’avevano sistemata
contro il muro, seduta, ma lei crollava da un lato, allora entra un
signore con il camice bianco, le prende la mano e poi dice: è
andata
(in francese).<br>
Il
sangue non
veniva tolto, piaceva molto a loro, più ce n’era e
più
diventavano cattivi.</font><br>
</blockquote>
<font style="font-family: garamond;"><span style="font-family: Garamond;">Facciamo
precedere
il testo scritto dalla protagonista da
osservazioni immediate di un amico/testimone - </span><span style="font-style: italic; font-family: garamond;">"cronaca
vista e sentita da fuori"</span><span style="font-family: garamond;"> -
che valorizza la
testimonianza diretta, così spiegandola:</span></font> <span style="font-family: garamond;"><font style="font-family: garamondal;">:</font>
</span></div>
<blockquote> <font style="font-family: apple chancery;">E'
da tempo che non la vedevo star male così. Ieri, ma non so darne
significato, ci stavamo parlando attraverso il vetro della finestra, io
dentro, lei fuori a fumare: ad un certo punto non mi ricordo per quale
motivo si è messa a ridere scoprendo molto i denti e per un
attimo ho
visto il suo teschio, il suo cranio che rideva di una risata macabra e
disperata come in una metamorfosi, uno zombie, in cui la carne si
dissolve lentamente lasciando solo ossa e nulla più. Se
può valere come
testimonianza...<br>
</font> </blockquote>
<hr style="margin-left: 0px; margin-right: 0px;" size="2" width="100%">
<div style="text-align: justify;">Questa
lucida relazione
- che è stata per
giorno per giorno completata
a voce nelle sue valenze emotive, va confrontata e avvalorata non solo
da <i>"La strage del Levante" </i>di
cui sopra, ma dalle numerose e precise descrizioni - non ancora
pubblicate - che, nei ri-vissuti divenuti coscienti di
altri
sopravvissuti, ricostruiscono feroci orgiastiche stragi: perfettamente
analoghe anche se avvenute in date diverse e in localizzazioni
geografiche differenti.<br>
</div>
<font style="font-family: garamond;"><span style="font-family: Garamond;">31.12.2008</span></font><br>
<blockquote>
<div align="center"><font style="font-family: mistral;" size="+2">Ricordo:<br>
<font style="font-family: mistral;" size="+2">
</font></font></div>